da de Turchi per la troppo grande audatia
dell'arcivescovo Tomoreo, n'e testimonio
l'espeditione fatta gli anni passati con si gran danno,
da Cesare contra il Re d'Algiere et con si gran
strage de Christiani. Col timore habita piu
volentieri la modestia, che con l'ardimento, col quale
conversa l'ira, et la disperatione spesse fiate
congiunta vi si vede? dimora similmente di buona voglia
col timore la piu lodata creanza, per tanto solito
era di dir Epitetto filosofo, che la paura era
madre della providentia. Deh buono Iddio, in quanti
pericoli per lei non si cade, et da quanti sconvenevoli
fatti per lei ritratti siamo, per lo contrario poi a
quante sceleratezze et tradigioni sospignene il
soverchio nostro ardire pessimo ministro di tutte
le cose. ll timore c'hebbe Fabbio di venire alle
mani con Annibale aversario troppo fiero et esperto,
fu cagione di farlo rimanere vincitore, anchora
che da principio notato fusse da suoi ignoranti
cittadini di poco cuore, et l'ardire immoderato
di Pompeio, di Crasso, et di T Varrone, hebbe
a' ridur le cose de Romani ad una estrema
desperatione. Per il timore meglio s'investigano e
fatti de nemici dil che, imaginar non si può cosa
migliore per chi ha voglia di vincere, egli è
anchora causato da giuditio, et è segno di ottima
discretione, et di saper ben conoscere et le proprie et le
altrui forze. La paura c'hebbe sempre
Dionigi Tiranno, fecelo perseverare nella disiderata