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IL SECONDO LIBRO

bero gli antichi nostri. Faro la scelta di alcune poche, per non esser nel dir mio troppo rincrescevole, ne credo d'havere a ritrovare chi mi contradica, si nota e horamai a ciascaduno la bonta, la cortesia et honesta loro, farò principio adunque dalla signora D. Isabella Villamarina, prencessa di Salerno, qual conobbi talmente bella et savia, che non sol la real presenza, ma tutti e'suoi progressi mi davano stupore, udilla anchora in Avellino, recitar versi Latini, et dichiarar prose di tal sorte che riempiva chiunque l'ascoltava d'infinita dolcezza. Conobbi nel medesimo tempo la signora D. Giulia Gonzaga o di quanta honesta, et di quanta continentia viddila io ornata, hor questa scordatasi la sua bellezza che paragone non hebbe mai, ha tutti i suoi pensieri al cielo rivolti et è fatta nelle sacre lettere assai piu esercitata che l'altre femine non sono nell'ago, ò ver nella conocchia. Conobbi anchora la signora Marchesana della Palude, et parvemi conoscer l'idea della liberalità, della piacevolezza, et della discretione, ben dette segno il signor D. Francesco da Este, del suo singolar giuditio lasciando tutto il resto d'Italia, per far elettione in quel florido regno di si perfetta donna, certo che non per altro scrissero e'poeti che ne que mari cantassero le sirene, salvo che per darci intendere esservi maggior copia di belle et virtuose donne, che in qualun/