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DE PARADOSSI, 80

me suo fusse nelle predette mura scolpito? era questa una spesa infinita essendo Tebe città si grande che appena cento porte le bastauano. Tacerò l'altre, delle quali, ciascuno men che mediocremente dotto, ha sofficiente cognitione. Fassi mentione doppo molte nelle storie sacre, d'una Tabita, la quale per sovenir le povere et afflitte vedovelle, per soccorrere orfani et altri bisognosi pupilli, appena si lasciava di che potersi le sue carni cuoprire, ò carità immensa, ò carità non mai udita in alcun huomo, degna d'esser lodata da tutte le diserte lingue, non possono veramente aguagliarsi gli huomini alle donne, ne in le virtù morali, ne in le naturali, dican pur quel che lor piace i maldicenti, mormorino pur i detrattori, et vadino al luor piacere per ogni luogo cantando dell'avaritia feminile, che se vorranno senza rancore piu adentro al vero che non fanno penetrare, troveranno gli huomini per l'avaritia divenir traditori, ladri, usurari, disleali, et ad ogni libera promessa senza rossore alcuno mancare, et che potrebbono gli aversari delle donne (non volendosi scostar dalla verita) opporgli? diranno forse che per danari (cosa si vile) vendano l'honore? del quale assai piu che della vita calere gli doverebbe. Deh guardiamo piutosto che di cio cagion non sia la dolcezza del sangue loro, la gentilezza del cuore, che le fa arrendevoli a' preghiere de gli amanti, ò vero