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DE PARADOSSI 74

le inscrittioni alle lettere, ò quante cose mi persuaderebbe hora à scrivere il sdegno contra delli ambitiosi conceputo, ma lo rafrenarò, poi che mi ravego d'esser scrittore de Paradossi, et non di Sattire, ma quanto mi sarebbe però caro, se io potessi col mio scrivere, levar dagli humani petti questa vana passione del voler esser detto illustre et nobile, non operando però mai veruno atto nobile o virtuoso, rimasi pur fortemente sdegnato di vedere in Napoli, che quasi ogni persona si chiamasse signor, et signora, a tutti si desse pel capo della signoria, et dovunque mi svolgesse, udisse Don tale, et Donna tale, et di tal maniera mene turbai che un'hora mi parea un secolo al partirmi da quella ambitiosa Citta, ma misero me c'ho poi ritrovato essere in ogni lato sparsa questa bella spetie di follia. O' miseri noi mortali, dovunque io vado, veggo gli huomini tanto cupidi di questa gloriosa ambitione, che non e luoco, non citta, non castella, non villa che non l'h(a)bbia per amica et famigliare. Vo piu oltre et truovo che questo spirito ambitioso e intrato nel petto di ogni mercatantuccio di feccia d'asino. Lascio pensare a chi ha punto d'intelletto se per l'amore che sono tenuto di portare alla vera nobilta me ne turbai, adunque dissi a tanto abuso siamo venuti che nobili, spettabili, et magnifici dicansi anchora quelli, che con l'usure ne divora


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