le inscrittioni alle lettere, ò quante cose mi
persuaderebbe hora à scrivere il sdegno contra delli
ambitiosi conceputo, ma lo rafrenarò, poi che mi
ravego d'esser scrittore de Paradossi, et non di
Sattire, ma quanto mi sarebbe però caro, se io
potessi col mio scrivere, levar dagli humani petti
questa vana passione del voler esser detto illustre
et nobile, non operando però mai veruno atto
nobile o virtuoso, rimasi pur fortemente sdegnato
di vedere in Napoli, che quasi ogni persona si
chiamasse signor, et signora, a tutti si desse pel
capo della signoria, et dovunque mi svolgesse,
udisse Don tale, et Donna tale, et di tal
maniera mene turbai che un'hora mi parea un
secolo al partirmi da quella ambitiosa Citta,
ma misero me c'ho poi ritrovato essere in ogni
lato sparsa questa bella spetie di follia.
O' miseri noi mortali, dovunque io vado, veggo
gli huomini tanto cupidi di questa gloriosa
ambitione, che non e luoco, non citta, non
castella, non villa che non l'h(a)bbia per amica et
famigliare. Vo piu oltre et truovo che questo
spirito ambitioso e intrato nel petto di ogni
mercatantuccio di feccia d'asino. Lascio pensare
a chi ha punto d'intelletto se per l'amore
che sono tenuto di portare alla vera nobilta
me ne turbai, adunque dissi a tanto abuso siamo
venuti che nobili, spettabili, et magnifici
dicansi anchora quelli, che con l'usure ne divora