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DE PARADOSSI 60

MEGLIO È D'ESSERE IN

pregione, che in liberta.

PARADOSSO.  XIX.


II

O non ho mai potuto per alcun tempo indur l'animo mio à credere che dannosa cosa sia l'essere posto in pregione, havendone a centinaia conosciuti che morendo sospirarno di buon cuore la pregione per dura et aspra che si fusse, intendendo finalmente che tntte le cose ben chiuse, et ben legate siano sempre con maggior cura et diligentia conservate che non sono le sciolte et libere, le quali, sono espofte al puro arbitrio di chi ha volunta d'offendere altrui. Deh quante volte la desiderata liberta in gravissimo danno si rivolse di chi troppo ardentemente la desidero. Per il che, non posso io contenermi di non maravigliarmi stremamente vegendo questa parola, Pregione, et Pregioniero, essere agli orecchi nostri, come una spina pungente et a cuori de mortali si molesta et dispiacevole che tremare, impallidire, et alle volte spasimare ci faccia. Et chi e in questa vita che nel vero pregionier non sia et libero si possa mai dire se non quando ei muore? Per ciò gridava (mi penso io) l'Apostolo Paulo,


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