Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/124


IL SECONDO LIBRO

del signor Gioanni Sforza, gia signor di Pesaro? non era egli d'infinita bontà? non era egli ornato d'una mirabil gentilezza? che diremo di Alessandro duca di Firenze? chi è che à lui (siami detto con buona gratia de suoi aversari) pareggiar si potesse in acutezza d'ingegno, in velocita de bei discorsi, in tenacita di memoria et in altri doni dalla benignita del cielo à quella nobil anima conceduti, et al presente qual è un'Alessandro Vitello?negarassi da alcuno invidioso ch'egli non sia pieno di mirabil valore? O quanti litterati hannoci anchora dato i furtivi abracciamenti, detteronci primieramente Pietro Lombardo che per commum consentimento è detto il gran maestro delle sententie con dui fratelli, di pari dottrina et di pari pieta ornati, ma discendiamo (sel vi piace) à tempi piu moderni, hannoci dato un Iasone del Maino ch'era veramente un'armario di leggi et civili et canoniche, questo fu certamente la gloria della città nostra, questo il splendore di sua casa (anzi il sostegno) havendoli co suoi Paragrafi acquistato si belle et ampie faculta, hannoci dato un'Erasmo di Roterodamo et per opra d'un valente abbate ce lo dettero, et pur su comun giuditio de buoni, che Erasmo fusse Teologo molto pio, et Retorico piu che mediocremente facondo, la cui lodata industria, non solo risvegliò le buone lettere in Alemagna, in Barbantia, et in Inghilterra, che