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DE PARADOSSI 55

et alla rovina inchinata, che quasi da chiunque stava di fuori, ogni sua domestica attione poteva esser veduta. Veramente che parmi desiderio piu d'ogni altro pazzo et ambitioso il volere habitare ne palagi, et havere à schifo l'humili case, quasi che possino meglio alla repentina morte, alle sciagure strane, et alle molte infirmità contrastare, ditemi voi delle storie studiosi? quando Tullo Hostilio fu dal ciel percosso non era egli nel suo real palazzo? similmente quando Tarquino Prisco fu ucciso non s'era egli ridotto nelle sue reali camere? il medesimo si potrebbe pur affermare di molti signori nelle proprie habitationi per vari accidenti morti, ma ditemi, puote in alcun modo riparare al duca d'Urbino il palazzo con tanta industria et ornamenti edificato che egli non fusse ne suoi tempi un'essempio di calamita? il palazzo di Trento struttura veramente senza paragone et si pretiosamente guernito non ha già impedito che chi lo fece dificare, non sottogiacesse anche à tutte le fortune che soggiacere sogliono li altri mortali, il palazzo del Doria opra degna di Dedalo architetto fallo forse essere più contento che si fuffe prima che tal fabrica incominciasse? che giovorno à Lucullo et à Metello i lor superbi edifitii? che giovò à Caligula et à Nerone l'haver case di tal ampiezza che abracciassero tutta la città? Stolto riputiamo adunque qualunque si sdegna le povere case habitare et con