et bassi tetti (come se l'anima nostra piena di
vera nobilita et d'infiniti privilegi da Iddio
dotata, tra il sangue et la feccia in summa stretezza
non habitasse?) ma lasciamo andar questo, Chiara
cosa e che chiunque considerasse che in brieve
spatio di tempo si havesse ò vogliamo, ò no, da
intrare in una picciola buca, sosterebbe pacientemente
ogni stretto et disagiato albergo. Non possono gli
angusti luoghi impedire che l'animo nostro di si
nobil origine, liberamente non scorra per tutte le
ampiezze del paradiso, et d'altri ameni luoghi. Per
la casa bassa liberi siamo anchora da molta invidia,
et da moltissimi duri incommodi, quai patir
sogliono i posseditori di quelle. Io mi ricordo
che nel tempo che Francesi occuparno l'infelice
stato di Milano, et prigion ne menarno Massimiliano
(il Sforza) haver udito spesso con accerbe
rampogne, maledire il fondatore d'una bella et
ampia casa, perciòche, aloggiandovi sempre dentro
qualche honorato signore, era sforzata la
vicinanza di sentirne gravi incommodi, spargendosi
la gran famiglia (si come e di costume) per ogni
intorno. Se anche aviene che la casa grande per
fuoco o per altro accidente cada et rovini, menor
giattura vi si fa et piu tosto si ridifica, si che
io non so certo a che proposito si dilettino et
gloriansi tanto gli huomini di quelle cose,
donde ad essi lode alcuna non ne risulti, ma
tutta sia dell'architetto, il quale, con molto ma