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DE PARADOSSI. 53

damenti, Catilina, in quella & nato, & longamente nudrito, da Priene ci appari Biante, uno de sette savi della Gretia, da Stagira venne Aristotele, scrittore pel giuditio de molti, piu d’ognaltro polito, acuto, et artifitioso, Anacarsi usci d’un picciol borgo di Scithia, Samo ne dette il savio Pitagora et l’acuto Democrito fu Abderita, Teofrasto (il divino) fu di Lesbo, Gaio d’Antio, et Vespesiano nacque in un picciol borgo reatino. Un cotal discorso potrei similmente fare, delle cose moderne (se io volessi) ma perche so che elle sono a ciascuno bastevolmente note, volentieri le tacero et seguiro di raccontare in parte, le commodita che soliti siamo di ripportare nascendo ne borghi o ne castelli, ove ogni minima rendita par grande gli difitii quantunque men che mediocri, sono giudicati alti et superbi, siamo ragionevolmente piu alieni dalle pompe, et dannose ambitioni, et molti altri utilissimi beneficii ne riportiamo, che al presente fora troppo di raccontarli tutti. Per tanto, niuno si dolga giamai dell’esser nato in piccol giro de mura, poi che si spesso et ne passati, et ne moderni tempi, d’humilissimi borghi apparite ci sono lampadi di vera gloria degne veramente ch’ogni penna ne scrivi et ogni lingua senza pausa ne favelli.