TUA ET IN AETERNUM NON
PECCABIS. Simil sententia lego anchora ne
pagani scrittori, il che hà fatto hoggimai, che non
ne rimanga più in dubbio, anzi in questo risoluto
mi sia, che chiunque habbia paura della morte
te (in qual si voglia professione) non possa mai fare
cosa degna d'honore, et per questo fusse da filosofi
diligentemente inculcato nelle nostre orecchie
il dispregio di quella, et da migliori scrittori
lodarsi alcune barbare nationi, le quali, alla morte
correno con quella prontezza d'animo, che si farebbe
a publichi triunfi, o ad altri giocondissimi
spettacoli, et come disse il Poeta, alzando il dito
con la morte scherzano. La natione Alemana per
altro non e già cresciuta in si gran reputatione, salvo
che per essere della vita prodiga, et della morte avida, ne
per altro introdutta fu ne gli esserciti la musica
de le trombe, de ciuffoli,de tamborri, et della cetra
(benche al presente la cetra piu non s'usi che per fare
testimonianza che il gir alla morte sia come gire
al fonte et al colmo di tutte le consolationi, meglio
è adunque morire che tanto campare. et piu beata diciamo
la morte che ogni cosa adegua et senza alcun
deletto havere, sopra d'ogn'uno ha suo imperio
che la vita, ne senza ragione crediamo che adimandato
un filosofo che cosa fusse morte, rispondesse
esser un dolce sono eterno et un caso inevitabile,
al quale, ne con lagrime, ne con preghiere, ne con
sospiri si poteva in alcun modo riparare.