Anta e hoggidi la miseria
delle cose humane, che ben
potrebbe liberamente ogn'uno
confessare, meglio essere
il morire, che longamente campare,
essendo la morte ministra
vera di giustitia, porto sicurissimo
de travagli, et certissima via di salute
eterna. Veramente, quando mai altro in beneficio
de mortali non operasse, ella e almeno cagione, di
farci rimanere dall'offendere si stranamente come
facciamo il magno Iddio, essa anchora ne cava
di mille stenti, ne libera dall'ingordigia de piu
potenti, et dalle mani rapaci de crudeli tiranni, et per
non annoverare di uno in uno e benefici, che per lei
di continuo riceviamo, dico, che d'infinito impaccio
ne trahe. Certo, se non era la morte, eravamo
miserabilmente a pene eterne condennati, eravamo
da una infinita caligine totalmente oppressi. Si che
paruto m'e sempre un grande ignorante, quel
babuasso di Aristotele (che tanto pero si loda et da
sciocchi si ammira) affermando ne suoi libri, che
la morte fusse l'ultimo de tutte le terribili cose,
ben pare, ch'egli non udisse giamai l'oracolo de
Gioanni Apostolo, forse che imparato havrebbe non
essere ne dolenti, ne miseri, ma beati e morti. Mol
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