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DE PARADOSSI 49

MEGLIO E' MORIRE,CHE

longamente campare.

PARADOSSO. XIIII.

Anta e hoggidi la miseria delle cose humane, che ben potrebbe liberamente ogn'uno confessare, meglio essere il morire, che longamente campare, essendo la morte ministra vera di giustitia, porto sicurissimo de travagli, et certissima via di salute eterna. Veramente, quando mai altro in beneficio de mortali non operasse, ella e almeno cagione, di farci rimanere dall'offendere si stranamente come facciamo il magno Iddio, essa anchora ne cava di mille stenti, ne libera dall'ingordigia de piu potenti, et dalle mani rapaci de crudeli tiranni, et per non annoverare di uno in uno e benefici, che per lei di continuo riceviamo, dico, che d'infinito impaccio ne trahe. Certo, se non era la morte, eravamo miserabilmente a pene eterne condennati, eravamo da una infinita caligine totalmente oppressi. Si che paruto m'e sempre un grande ignorante, quel babuasso di Aristotele (che tanto pero si loda et da sciocchi si ammira) affermando ne suoi libri, che la morte fusse l'ultimo de tutte le terribili cose, ben pare, ch'egli non udisse giamai l'oracolo de Gioanni Apostolo, forse che imparato havrebbe non essere ne dolenti, ne miseri, ma beati e morti. Mol G