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IL PRIMO LIBRO

Pel riso, molte anime da lor corpi si partirno con infinito dolore de suoi congiunti, et per il pianto niuna )ch’io sappia) se ne disciolse giamai. Il riso sempre abondò nelle bocche de pazzi, et dal senno usciti, ne si legge che il Salvatore nostro ridesse giamai, ma d’havere bene più d’una volta lagrimato, fassi da fedeli scrittori piena et intiera fede, per tanto promise egli, à chiunque piagneva felicita eterna, et a’ ridenti minacciò di morte. Il pianto è segno di penitenza et compuntione, et al spesso lagrimare, n’essortano instantemente le voci de santi Profeti, et il riso de scorni sovente fu cagione: et di temerita inditio aperto. Quanti sdegni, quanti furori ha una sol lagrimetta amorzati? quanti amori ha riuniti? quanti feroci cuori inteneriti? et quanta mercede s’è già pel mezo delle lagrime impetrata? tutte le forze humane insieme raccolte, non havrebbono potuto impetrare quel che una lagrima ha sovente ottenuto. Fu sempre molto da più stimato Heraclito perche pianse, che Democrito per haver riso, et Crasso che dal non havere mai riso fu detto Agelasto, oprò moltissime cose degne di eterna lode. Il pianto è cagione che i nostri corpi quando son tenerelli si aumentino, et percio molti non si curano di rachetare i piangenti bambini nelle culle, accioche per il pianto le membra si dilatino, et à riguardevol misura creschino. Scrive anchora Hippocrate che le infirmita col riso congiunte,