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que ciò che vuoi, perchè da me largamente l’otterrai. Esopo, dopo molte parole di ringraziamenti, disse. Io non voglio, o magnanimo Re, nè posso supplicarti cosa, che ti sia più onorevole, e più utile, che il volerti riconciliare con miei Samj, e quelli avere per amorevoli, e fedeli amici, liberando loro da quello intollerabil peso dell’odioso tributo. Il che concedendo loro la Maestà tua, se gli obligarà tanto, che saranno pronti sempre a servirti cordialmente, e volentieri arrischieranno le sostanze, e le persone loro per tuo beneficio e per tuo onore; cosa veramente, che contrapeserà più assai, che il tuo tributo, per il quale non ti saranno mai ubbidienti, nè fedeli vassalli; poichè se con forza fossero da te soggiogati, i loro desiderj sariano sempre al tuo pregiudizio, ed al danno tuo, e dissonore indrizzati. E certamente a’ veri Signori è più utile, e più onore essere amato con riverenza, che esser temuto con odio, e malevolenza. Acconsentì il Re alla supplicazione di Esopo, ed acquietò l’animo suo, contentossi riconciliarsi con Samj, e liberargli dal tributo, per la qual cosa Esopo gittatosi a’ piedi regj gli diede quelle grazie, che seppe, e potè maggiori.


C A P I T O L O   LIV.


FU poscia Esopo al Re grato, e caro sempre, ed avuto in onore, e riputazione grande. Onde volendo Esopo mostrare la gratitudine, e l’amorevolezza dell’animo suo verso sua Maestà, donogli le sue maestrevoli, e dotte Favole, le quali infin’al dì d’oggi vivono, e fedelmente (credo) fin’agli ultimi secoli viveranno. Ritornò poi Esopo in Samo riccamente dal Re regalato, con