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armoniosi suoni, e concenti, nell’acqua marina cader lasciavano un anello. Avvenne, che una volta, mentre, che questo prezioso anello dai primi di Samo con mirabil cerimonia al Mare era portato, un’Aquila repentinamente avventandosi, lo prese, alquanto in alto portatolo in grembo poi ad un schiavo cader lasciollo. Per tal’atto, gli uomini, e le donne di Samo smarriti, e sbigottiti divennero, e riempita la Città di bisbigli, facevansi varj giudizj, e variamente il fatto dell’Aquila interpretavasi. E perchè più tosto il male, che il bene si suol pensare, erano gli uomini sì afflitti, che per la pallidezza del viso, e la tristezza degli occhi, chiaramente l’intimo cordoglio dimostravano, temendo dall’ira de’ Dei qualche flagello.


C A P I T O L O   XLII.


ESsendosi adunque i Samj da tanto timore oppressi, per il dubbio dell’avvenire deliberarono di consultare il caso, e volere intendere, se possibile era, l’interpretazione: e per essere in quel tempo Xanto Filosofo nella Città il più dotto, e più saputo riputato, congregatosi il popolo, e quivi secondo Xanto, e tutti a lui si voltarono, affettuosamente pregandolo, che volesse ciò che quel prodigio apportasse, dichiarare. Xanto non sapendo sopra ciò che dire, tutto dubbioso, quasi confuso, addimandò tempo di rispondere, per poter meglio alla interpretazione pensare, e considerare la dichiarazione di cotal segno; e così disciolto il consiglio egli a casa ritornossene, là dove fece molto pensando, ad alla significazione di quel caso la mente tutta rivolgendo, nè sapendo sopra ciò fare giudizio alcuno, divenne