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mandato, rispose. La coda, e gli orecchi: Allora Esopo aperta la porta, e disse, entra uomo dotto, e saggio, e presolo per mano, condusselo a Xanto, dicendo: Nessuno, o Padrone, viene a cenar teco, eccetto questo valent’uomo, ed è l’ora già tarda. Oh come, disse il Filosofo, non è adunque questa sera altri, che questo uomo da bene capitato a casa? Rispose Esopo: Sono venuti certi scroccapani, ed ignoranti, i quali perchè non erano uomini scienziati come mi dicesti, non gli ho a fè lasciati entrare. Maravigliavasi Xanto, come i suoi convitati l’avessero ingannato, e vedendo esser quasi l’ora passata della cena, non volse aspettare più oltre, e con quel solo amico postosi a sedere, cenò molto allegramente.


C A P I T O L O   XXXIX.


Il giorno seguente vennero seconda al solito i Filosofi alle Scuole; dove leggere, e disputare solevasi: e quivi venuto Xanto, tutti quelli amici suoi, che convitati furono, con lui acramente si dolsero, dicendo: Sapesti tu Maestro far allora burla; cotali dunque belle facende nella Filosofia imparasti: il burlar altrui? cui vi si aggiunse una dimostrazione della viltà, e dappocaggine tua, quando che non avendo ardire tu stesso d’ingiuriarci, ponesti quel tuo frappatore puzzolente a villanegiarne. Allora Xanto credendo, ch’eglino volessero pigliare un tratto di vantaggio, con coprir il mancamento della promessa loro, così rispose: A me pare, che l’inganno, e la burla, la qual jeri a me faceste, ora vogliate, ragionando in Filosofia porla; e non vi ba-