Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/47


D I   E S O P O 33

ca a mangiare, che è cotta. Onde Xanto postosi co’ suoi convitati a mensa a sedere, aspettava la minestra; ma Esopo recò loro le scodelle piene di brodo, senza lente. Di che maravigliatosi Xanto, disse come non porti tu scelerato la lente? cui Esopo disse: Oh tu l’hai avuta. Che adunque disse il Filosofo, un solo grano cuocesti? Uno solo, rispose egli, soggiungendo. Non ti ricordi Padrone, che nel numero del meno dicesti; cuocerai la lente; che se nel numero del più, significante quantità numerale, avessi detto: Cuocerai le lenti, io tante, n’avrei cotto, che tutti vi sareste pienamente saziati.


C A P I T O L O   XXII.

QUì risero i convitati, dicendo, che egli aveva ragione, ed il Filosofo non sapendo ciò che rispondere, nè che si fare, voltatosi agli amici disse: Per Dio costui mi vuol far impazzire, non è punto dubbio, che chi è dicorpo stroppiato, egli anco non abbia l’animo, e l’intelletto mostruoso, e sciocco. E poi ed Esopo voltatosi essendosi però prima scusato appresso i convitati, disse: Acciocchè io non paja avere gli amici miei beffeggiati, vattene correndo a comperare quattro piedi di porco, è fa che siano ben’acconci, stagionati, e subitamente portaceli in tavola, che noi fra tanto, con qualche cosetta bevendo un tratto, intratteneremoci. Affrettavasi Esopo al comandamento del Padrone, il quale mentre, che i piedi cuocevansi per aver giusta occasione di batterlo, rubò uno dei piedi, essendo Esopo da cucina assente. Egli poscia ritornato, vedendo uno dei piedi mancarli, si