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F A V O L E 275

obbediscono i loro parenti, capitano male.


Del Lupo, e la Volpe. 247.


E

ssendo preso il Lupo in una fossa, la Volpe lo vide, e beffeggiavalo intorno alla fossa, e così stando, ancora ella vi cascò dentro, e disse il Lupo: Io muojo contento, perchè quella, che si rideva della mia morte, ella ancora morirà.

Sentenza della favola.

La favola significa, che chi si rallegra del mal d’altri, alle volte patisce il medesimo.


Della Volpe presa dal Cane. 348.


F

inse la Volpe di esser caduta in mezzo di un Prato, acciocchè gli Ucelli vi andassero appresso, ed egli potesse prenderli, e mangiarli. Passò il Cane, e vedendola in quel modo distesa in terra, subito corse, e l’ammazzò, e la meschina disse: Volendo io gabbare altri, sono stata gabbata io, e perciò io muojo.

Sentenza della favola.

La favola significa, che quelli che cercano gabbare gli altri, non si devono dolere se sono loro gabbati.


Di un’Orso, e sua Moglie. 349.


A

vendo combattuto l’Orso con la Moglie, le aveva cavato un occhio con l’unghie, e di questo mal contento, e pentito, si taglia tutte le unghie, e disse alla Moglie: Ecco, che le armi, che ti hanno offeso, ho gittate via. Rispose l’Orsa: A me poco importa, questo tu dovevi farlo prima che m’avessi cavato l’occhio.

Sentenza della favola.

La favola dimostra, che poichè l’uomo è of-