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Della Volpe, e del Cane. 315.


E

ssendo seguita la Volpe dal Cane, e vedendo non poter fuggire, parlò al Cane, e disse: O Cane, perchè mi seguiti? la mia carne non è buona da mangiare, segui quel Lepre, che corre là, cui carne è miglior che la mia. Il Cane vedendo il Lepre lo seguì, e perchè correva velocemente, non lo puotè giungere. Indi a poco da poi, il Lepre trovò la Volpe, e dissele male, perchè l’aveva lodato appresso il Cane, ed egli aveva udito ogni cosa; disse la Volpe, che diresti tu se io ti avessi vituperato, che per aver detto bene di te, tu ti lamenti.

Sentenza della favola.

La favola significa, che alcuna volta si loda qualch’uno non per onorarlo, ma per farlo rovinare in qualche male, trovando poi questi falsi lodatori sempre qualche scusa al loro inganno.


Della Volpe, e la Lepre. 316.


L

a Lepre, e la Volpe a Giove dimandavano, che fosse contento far la Volpe veloce nel correre, come la Lepre, e la Lepre astuta, come la Volpe. Giove rispose, che al principio del Mondo a tutti gli animali aveva dato un dono, e che tutti debbono star contenti di quello.

Sentenza della favola.

Ogn’uno si deve contentar della sua sorte.


Dei cavalli, che correvano al Pallio. 317.


C

orrevano alcuni Cavalli al Pallio bene ornati; tra quali ve n’era uno magro, e mal’adornato, ed era da tutti beffato. Dan-