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F A V O L E 253

tasse la terra alla fornace per far mattoni, e disse: Oh Dio, se fosse pur l’Estate, mi riposerei un poco. Venendo l’Estate gli bisognò portar grano, paglia e pomi, e disse: È meglio per me, che sia l’inverno, perchè il Padrone non può lavorar per esser freddo ed io mi riposo alquanto.

Sentenza della favola.

La favola dimostra, apertamente qual sia la vita de’ poveri, che n’ogni tempo conviene loro stentare.


Di un Asino ch’aveva Padrone ingrato. 299.


U

n’Asino aveva servito un Padrone molto tempo, nè mai aveva fallito, e portando una gran soma per una via sassosa, cascò per il gran peso, ed il Padrone gli corse subito addosso con il bastone, e bastonollo assai, e l’Asino fra se medesimo diceva: Oimè sfortunato, che io ho avuto sì cattivo Padrone, e l’ho servito tanti anni, e non gli ho fatto un minimo impedimento, e per sì poco errore, non causato da me, così crudelmente mi batte.

Sentenza della favola.

Questa favola tocca i Padroni ingrati, che tengono molti anni un povero servitore, e per un minimo errore, che faccia, subito lo scacciano fuor di casa.


Di un Lupo, ed un Riccio 300.


A

vendo il Lupo fame disegnò mangiare un Riccio, ma non ardiva per gli spini. Gli cominciò a persuadere che si levasse quel peso dalle spalle, egli rispose: Non voglio far questo, perciocchè sempre è tempo da combattere.