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male che a loro avviene, la Vecchia cascò, e gli fu detto, perchè, fosse salita sopra quell’albero; ed ella rispose: il Diavolo mi c’indusse; alle quali parole, il Diavolo subito apparve, dicendo: Tu ne menti, ecco i testimonj, che io non ci ho colpa alcuna.

Sentenza della favola.

Questa favola significa, che quando commette errore, non deve accusar la Fortuna, nè il Diavolo, ma se medesimo.


Della Upupa. 285.


G

li Ucelli si sdegnarono, perchè alle nozze dell’Aquila, l’Upupa fosse stata più onorata di loro, per aver la corona in testa, e le penne di diversi colori, conciosachè fossa cosa, che sempre la sua conversazione fosse fra gli sterchi, ed immondizie.

Sentenza della favola.

La favola dinota, che nelle Corti sono stimati più i cinedj, che i virtuosi.


Di un Goloso. 286.


A

ndava un Goloso fuor della sua terra invitato a nozze, e per la strada trovò un cumulo di Pere le quali (aspettando egli miglior cena) disprezzò, e non nè fece conto, anzi con l’urina, che sopra gli sparse le bagnò; trovando, poi, un torrente cresciuto, talchè non poteva passare, tornossi a dietro, e fu costretto per la fame mangiare di quelle pere.

Sentenza della favola.

Moralità. Niuna cosa si deve sprezzare, quantunque vile; perchè non v’è cosa sì picciola, e bassa, che non sia buona nel bisogno.