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pieno di veleno, acciocchè non se lo mangiasse (per avvelenarsi, ei lo mangiò tutto). Tornata la Moglie, ed accortasi del tutto, cominciò a batterlo, ed ingiuriarlo. Il Marito disse: Lasciami stare, che son vicino alla morte, che per supplicio del mio delitto io ho mangiato tutto quel veleno, che era in quel Vaso, che tu m’hai più volte vietato, che io non toccassi. Del che allora la Moglie non potè contenersi da ridere.

Sentenza della favola.

La favola dinota, quanto poco frutto faccia colui, che vuol corrigere uno, che dalla natura poco saggio sia.


Di un Meretrice. 270.


V

edendo una Meritrice il suo Innamorato, che si partiva, piangeva; un’altra, donna le disse: Perchè piangi tu, ed ella rispose: Perchè non gli ho tolto quel mantello, che ha indosso.

Sentenza della favola.

Qui la favola significa, quanto i giovani semplici debbano essere accorti per non esser colti dalle false lusinghe delle Meretrici.


Di una Mosca. 271.


S

tando una Mosca sopra un carro, che correva fortemente, e faceva gran polve, disse: O quanta polve io suscito della terra.

Sentenza della favola.

Questa favola riprende quei, che sono di bassa condizione, e si vantano di essere di gran lignaggio.