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volete, vediamo se sa fare cosa alcuna acciocchè non gettiano via i denari. Ed accostato ad Esopo disse. Ora rallegrati. Ed egli a lui disse; credi forse che io sia malenconico? E Xanto seguendo disse. Dio ti salvi; E te ancora, rispose Esopo. Piacque la prontezza sua nel rispondere, e poi soggiunse Xanto. Qual sei tu? Son negro, rispose Esopo. Non addimando ciò; disse Xanto, addimando dove sei nato. Ed egli disse. Dal ventre della Madre mia: Nè ciò addimando, disse il Filosofo: di ciò non mi ha detto la Madre mia, se in alto, ovvero in basso luogo nascesse: Risero tutti delle pronte, e facete risposte d’Esopo; cui poscia addimandando il Filosofo, che così fare sapeva. Nulla rispose. O come disse Xanto, nulla è pur troppo poco. Ed egli allora disse. Se questi miei compagni sanno ogni cosa fare, a me non hanno eglino cosa veruna lasciata. Raddoppiarono quivi le risa li discepoli, con ciò fosse cosa, che gran dilettazione avvessero preso di quelle piacevoli risposte, e commendavano molto, dicendo: per Dio egli risponde molto saviamente, e bene veramente uomo alcuno non è, che sappia ogni cosa fare. E Xanto poscia addimandandogli, se egli voleva, che lo comperasse. A me ne dimandi tu, rispose Esopo, ed in ciò hai bisogno, che io ti consigli? Fa pur quello, che meglio ti viene, niuno, credo ti sforza a comperarmi, e perciò nell’arbitrio tuo è posto il far questa mala spesa, e non la fare: che so non vuoi, perchè tanto ricalare, e di me burlarti; I discepoli dicevano: Certamente costui dice bene, e meglio parla del maestro nostro,