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F A V O L E 221

con una bestia. Il Leone si adirò contro del Villano, e lo minacciava, il Villano mutò proposito, e disse esser contento, ma voleva, che si mozzasse l’unghie, e si cavasse i denti, ed il Leone lo fece, poscia andò a trovare il Villano, il quale come lo vide senza denti, ed unghie, prese le armi, e l’ammazzò.

Sentenza della favola.

Moralità. L’uomo non si deve mettere in mano de’ nemici, se non è sicuro di potersi difendere.


Della Leonessa, e della Volpe. 219.


L

a Leonessa rimproverata dalla Volpe, che era sterile, e non faceva se non un figliuolo per volta, rispose; Sì ma quel, che fo; è un Leone.

Sentenza della favola.

Moralità. La bellezza non consiste in quantità, ma in qualità.


Del Lupo, e dell’Agnello. 220.


I

l Lupo vedendo un’Agnello disse. Tu m’hai fatto tante ingiurie, che oggi è forza ch’io te ne paghi; e l’Agnello disse piangendo, come è possibile, che pochi giorni sono, ch’io nacqui? ed il Lupo gridando, diceva: Tu ti sei pasciuto nel mio campo. L’Agnello disse: questo non può esser, perchè non ho ancor denti. Il Lupo disse: Tu hai bevuto nel mio fonte, e l’Agnello si scusava con dire, ch’egli viveva del latte di sua Madre, nè ancora aveva gustato acqua. Il Lupo alla fine rispose; Poichè non posso sciogliere le tue risposte, voglio cenare, e voglio, che tu sia la mia cena, e così se ’l mangiò.