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gio, niente lascia per fuggire i pericoli.


Di un Cane, ed un Lupo. 216.


U

n Cane dormiva dinanzi a una sala, e venendo il Lupo per mangiarselo, il Cane gli disse di grazia non mi ammazzare, perchè io son magro, ma aspetta, che il mio Padrone faccia le Nozze, ed io m’ingrasserò, ed allora potrai mangiarmi. Il Lupo lo lasciò. Accadde, che ciò avvenne, ed il Lupo lo trovò, e dissegli, che volea la promessa, ed il Cane fuggendo disse; O Lupo se da qui innanzi mi troverai, non aspetterai più le nozze.

Sentenza della favola.

Moralità. Il saggio, quando scampa da un pericolo si sa guardare da quello.


Del Leone, e del Toro. 217.


A

vendo in animo un Leone di ammazzare un Toro, lo chiamò a cena dicendo: Amico, io ho ammazzato una Pecora, voglio che tu venghi questa sera a cena meco. Il Toro v’andò, e vide ogni cosa all’ordine, salvo, che la Pecora, e subito fuggì. Il Leone disse, perchè ti parti; rispose il Toro: lo veggo le masserizie della cucina allo ordine per un Toro, e non per una Pecora.

Sentenza della favola.

Moralità. I prudenti facilmente scuoprono i consigli de’ cattivi.


Di un Leone innamorato della Figliuola di un Villano. 218.


I

l Leone amava la Figliuola di un Villano, e gli dimandò se glie la voleva dar per moglie. Rispose il Villano non volersi parentare