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ti suoi discepoli, perciocchè esse allora abitava in Samo, la filosofia pubblicamente leggendo, ed insegnando, ed accortosi dell’astuzia del Mercatante, disse loro. Vedete quanto fa quell’uomo astuto? egli ha posto il brutto il mezzo per paragone de’ belli, di cui la bellezza divien più rara, e più mirabil per la goffezza di colui dimostrarsi. E così detto, appressossi Xanto al cantore, e addimandato, chi, e d’onde egli fosse, e che cosa far sapesse, rispose esser di Cappadocia, e che sapeva ogni cosa fare. Quivi disconciamente rise Esopo, il quale, perchè nel suo garbato ridere la bocca tanto squarciata, ed in così strano modo ritorta aveva, ed il naso tanto grinzato, che non sapevano le persone s’egli ridesse, o nò; per conoscere, anzi pensavano molti, che per qualche male accidente avvenutogli, così fattamente attratto il naso, e sgangherata la bocca avesse. Non sapendo uomo alcuno delle sue torte risa la cagione, desiava ciascuno perchè egli ridesse intendere, per il che uno fattosi innanzi, addimandollo s’ei rideva, o nò, e la cagion delle sue così fatte risa. Esso rispose: Taci, pecora marina, e rimase colui beffeggiato, e tutto di vergogna pieno.


C A P I T O L O   X.


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Llora Xanto avendo al Mercatante addomandato quanto prezzo egli chiedeva del Cantore, e rispondendo egli mille danari d’argento, (che sono oggi circa cento scudi di nostra moneta) voltò le spalle Xanto, ed approssimossi al Gramatico, e addimandogli parimente d’ond’egli era