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F A V O L E 193

Cittadino, il quale gustando la dolcezza de’ Pomi dimandò di grazia al Villano che quell’Albero volesse trapiantare nel suo Orto; fecelo egli; ma trapiantato che fu, si seccò, e così fu privato il Villano dell’Albero, ed egli de’ Pomi. Onde il Cittadino; Oimè, disse: trapiantare un Albero annoso è impossibile. Assai a bastanza era, se alla mia ingordigia avesse a porre meta.

Sentenza della favola.

Riprende coloro, che si pensano di correggere i già invecchiati in una usanza. Il che doveano fare, quando quelli erano giovani, che più facilmente avrebbero loro obbediti.


Del Leone, e della Rana. 162.


I

l Leone udendo la Rana, si fermò, e pensò esser voce di qualche gran cosa, ed aspettando con timore; vide quella bestiola così picciolina, si rise, e la calcò coi piedi.

Sentenza della favola.

Questa favola ci vieta i timori vani, come quell’altra del parto del Monte.


Della Formica. 163.


L

a Formica avendo sete venne al fonte, e per mala sorte cascò nell’acqua. La Colomba stando su l’albero gittò un ramo, sul quale la Formica si salvò. Volendo poi l’Ucellatore pigliar la Colomba, la Formica gli morse un piede, e così la Colomba si salvò.

Sentenza della favola.

Dovemo aver sempre grazie a chi ci fa del bene, e non è persona così vile, che non possa giovare all’occasione.