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So ben io quel che fo, sono amica a crudel, e a placidi son nimica.

Sentenza della favola.

Moralità. Ad un uomo, quieto, e benigno facilmente si fa ingiuria, ma ad un uomo feroce non così, perchè è sempre riguardato.


Del Pavone, e del Rosignuolo. 159.


S

i lamentava il Pavone appresso Giunone, che il Rosignuolo cantava sì dolcemente, e la voce sua era tanto rauca, che a tutti era in odio; e Giunone rispose: Tutti dovemo star contenti di quel, che ci è dato dalla natura, perchè se questo è grato per la voce, tu sei grato per le belle penne, che hai.

Sentenza della favola.

La favola vuol dichiararci che ciò, che da Iddio ci vien dato, con grato animo l’abbiamo da ricevere, dovendo sapere, che ogni cosa, che egli fa, è con ordine, peso, e misura.


Della Donnola, e de’ Sorci. 160.


L

a Donnola essendo Vecchia non poteva più, come soleva seguitar i Sorci, s’ascose in un’arca di farina, sperando cacciare senza fatica. Il che fatto gli avvenne, perchè i Sorci volendo mangiar la farina, ad uno ad uno senza alcuna fatica erano presi dalla Donnola.

Sentenza della favola.

Dove non sono le forze, fa mestieri avere ingegno.


Favola del Mantovano. 161.


U

n Villano aveva un’Albero, che faceva bei Pomi, i quali soleva portare ad un