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188 D I   E S O P O

Del Villano, e della Cicogna. 151.


U

n Villano avendo teso il laccio alle Grue, ed alle Oche, che mangiavano il frumento con quelle prese anco una Cicogna, la quale domandò di grazia, che la volesse perdonare, perchè ella non era Oca, nè Grua, ma Ucello innocente, e migliore di tutti gli altri, perchè serve, a sua Madre, e come è vecchia cerca nutricarla. Il Villano, questo a me poco importa, disse, dapoi, che tu sei stata presa con queste, voglio, che tu tu ancora muori.

Sentenza della favola.

Moralità. Chi pratica con cattivi, che fanno qualche male, avvenga, che sia innocente è castigato della medesima pena.


Del Cane, e della Pecora. 152.


I

l Cane chiamò dinanzi alla ragione la Pecora, gridando ch’era obbligata darli il pane, che l’aveva prestato, e quella negando il Nibbio, ed il Lupo, e l’Avoltojo,

testificarono eser vero, onde la Pecora essendo condannata, il Cane se la mangiò.