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vendicato con quella frode, che io meritava.

Sentenza della favola.

Moralità. L’inimico è da esso temuto, ma molto più quello, che è inimico, e finge di esser amico.


Del Cavallo, e dell’Asino. 137.


E

ssendo il Cavallo ornato di bei fornimenti; nitriva, e correndo per la strada si incontrò in un Asino carico, a cui superbamente disse: Tu che sei tardo, e pigro, perchè mi ti pari dinanzi? Levamiti dinanzi gli occhi, se non che mi ti metterò sotto i piedi. L’Asino non ebbe ardire di rispondergli; ma tacito gli diede luogo: per troppo correre il Cavallo si guastò, e vedendolo il Padrone non esser più utile al correre, tutti gli ornamenti gli levò, e lo vendè per la carretta. L’Asino vedendolo tirar la carretta, gli disse: Che ornamento è questo? dove è la sella indorata, i belli ornamenti, ed il bel freno? così avviene ad un superbo.

Sentenza della favola.

Non pochi sono coloro, che nella felicità, nè di se stessi, nè della modestia si ricordano. Ma perchè nelle prosperità insolenti diventano, nelle avversità facilmente incorrono. Onde siano cauti i felici, perchè se la fortuna la sua nota rivolta, e li trabocca in qualche infortunio, l’esser stato di prima prospero, lo induce al sommo nella miseria, che meglio per lui saria non esser stato mai felice, nè contento.