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F A V O L E 169

do con gran rumore nel Fiume, tutte le Rane sbigottì. Elle onorando il loro Re, a poco a poco innanzi gli andarono. Ma vedendolo così fermo stare, cominciarono a sprezzarlo, e talmente che di nuovo pregarono Giove, che gli avesse dato un Re il quale fosse stato gagliardo, e forte. Giove gli mandò una Cicogna, la quale caminando per le paludi, quante Rane trovava tutte le mangiava. Di questa crudeltà si lamentarono Rane, ed oggidì ancora si lamentano, e la notte, quando la Cicogna è andata a dormire, con ranco parlare si lamentano a Giove, il quale poichè non hanno voluto un Re benigno, e mansueto, vuole, che ne abbino un crudele, ed inumano.

Sentenza della favola.

Moralità. Avviene alla plebe, come alle Rane, che se hanno un Re mansueto, dicono, che è tristo, lodando la benignità del primo. Questo avviene, perchè sempre odiano le cose presenti, e desiderano le nuove.


Delle Colombe, e lo Sparviero. 123.


L

e Colombe già fecero guerra col Nibbio e fecero loro Re lo Sparviero. Questo diventato Re si portò come nemico, e non come Re, perchè l’ammazzava più crudelmente, che il Nibbio. Onde rincrebbe loro aver fatto questo Re, e dissero, ch’era meglio patir la guerra del Nibbio, che questa tirannide.

Sentenza della favola.

Nessuno (dice la favola) della sua sorte soverchio si lamenti. Molti cercando la nuova, la vecchia di nuovo desiderano.