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zenone. | 85 |
lo seppellirono nel Ceramico e l’onorarono del surriferito decreto, attestando della virtù di lui; e Antipatro sidonio così poetò:
Questo è Zenone di Cizio delizia,
Che salì un giorno a cielo, e non impose
Pelio ad Ossa, nè fece erculee prove:
Virtù sola trovò sentiero agli astri.
E in altro modo Zenodoto lo stoico, scolaro di Diogene:
Posto il bastare-a-sè, la vanitosa
Sprezzi ricchezza, per canuto ciglio
Venerando Zenone; chè un virile
Discorso rinvenisti, combattendo
Con previdenza una dottrina, madre
Di libertade intrepida. — Qual male
Se di patria fenicio? Eralo Cadmo,
Da cui la Grecia ebbe sue scritte carte.
E in comune poi, anche su tutti gli Stoici, l’epigrammista Ateneo dice così:
Oh dotti negli stoici discorsi,
Oh voi, che nobilissime dottrine
Ne’ vostri sacri libri riponete,
È virtute dell’alma il solo bene:
Poichè sola a mortali custodisce
La vita e le città. Ma della carne,
Dolce fine agli altri uomini, il piacere
Perfezionò una figlia di Mnemosine.