Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/78

66 annotazioni

sistema, secondo lui, nell’accostumarsi a far senza tutto, anche, al bisogno, delle cose più necessarie; ciò che lo condusse ad una esagerazione ridicola della semplicità della vita socratica, e gli meritò il nome di Socrate in delirio. Da quanto ci venne trasmesso come sua dottrina, si potrebbero forse supporre in esso alcune idee originali sul mondo, quantunque senza legame sistematico; ma queste tradizioni, non avendo nulla lasciato di scritto, sono incertissime. — Molte ricorderebbero la dottrina d’Eraclito, che Schleiermacher ha sospettato anche in Antistene; sospetto favorito dall’intima relazione tra il portico ed i Cinici.“ — Ritter.

Urbano, ec. — Cosa urbana, civile, della città, anche garbata, onesta, ec., significa il vocabolo [testo greco].

Il solo governo retto quello del mondo. — „Il fine degli uomini dee esser quello di seguire la ragione e la legge dell’universo, il quale è la più antica città e la più antica repubblica.“ — M. Aurelio.

XI. Proceleusmatico. — Piè di verso di quattro brevi, così chiamato dal grido col quale si incuoravano i marinai a vogare, e per cui adoperavasi talvolta il verso proceleusmatico, ove entrava quel piede per la sua rapidità.

O, secondo altri, dentro l’Elissa, ec. — [testo greco]. Vedi la nota dell’Huebnero, il quale conchiude: aliud quid latere censeo satis inusitatum, quoti quale sit quaerant beatiores.

XII. Corrono come suoi questi libri. — Nessuna rimane delle sue opere, e come ha dimostrato Boissonade in una sua memoria all’Istituto di Francia, sono supposte e le epistole già stampate sotto nome di lui, e ventidue ancora inedite.