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54 | capo ix |
— Rifiutano anche le discipline encicliche; e però Antistene era solito dire, non apparassero lettere coloro che hanno buon senno, affine di non essere da cose straniere distratti. — Tolgono di mezzo anche la geometria e la musica, e tutto il resto di simil genere. Il perchè Diogene ad uno che gli mostrava un oriuolo: Lavoro utile, disse, per non rimanere senza cena. — Ad uno che gli faceva vedere alcune cose di musica, disse:
Ben si governan le città e la casa
Col consiglio degli uomini, col canto
E col suono non mai.
— Tengono anch’essi per fine il vivere secondo virtù, come Antistene, al pari degli stoici, afferma nell’Ercole; perchè tra queste due sette è non so quale, partecipazione, che fece appellare anche il cinismo una scorciatoia per giugnere alla virtù. Così visse Zenone cizico. — E piace anche a loro di vivete semplicemente, usando cibi frugali, e un mantello soltanto; e di avere in dispregio la ricchezza, la gloria e la nobiltà. Quindi e di erbe e assolutamente di acqua fresca fanno uso; e si riparano ne’ luoghi ove per caso si trovano, ed in botti, a somiglianza di Diogene, il quale andava ripetendo, che era proprio degli dei il non abbisognare di nulla, e di coloro che assomigliano agli dei l’aver mestieri di poco. — È opinione di costoro eziandio, che la virtù si possa insegnare, secondo che dice Antistene nell’Ercole; e che posseduta una volta non si può perdere; e che il sapiente è degno di amore e senza peccato, e a-