Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/57


crate. 45

facciò a Demetrio falereo di avergli mandato del pane e del vino, dicendo: Oh se le fonti portassero anche pane! È chiaro adunque ch’ei bevea acqua. — Dagli astinomi di Atene ripreso perchè vestivasi di tela, disse: Io vi farò vedere involto di tela anche Teofrasto. E non credendolo essi, li condusse ad una barbieria, e lo mostrò loro che si faceva tosare. — Flagellato in Tebe dal ginnasiarca — secondo altri in Corinto da Eulicrate — e strascinato da esso per un piede, tranquillamente recitava:

     Presol da un piè per la divina il trasse
     Soglia d’Olimpo.


Ma afferma Diocle ch’ei fu trascinato da Menedemo d’Eretria; poichè essendo costui di bell’aspetto e avendo nome di stare a’ comodi di Asclepiade fliasio, Crate toccogli le cosce, dicendo: Dentro Asclepiade. E soggiugne, che questo Menedemo mal comportandolo, il trascinò, ed egli applicò ad esso quel motto.

VIII. Zenone il cizico racconta inoltre nelle Crie ch’egli una volta cucisse nel mantello, senza vergognarsene, anche una pelle di pecora. — Era di aspetto deforme, e si rideva di lui negli esercizi ginnastici. Egli per altro solea dire, alzando le mani: Crate, rassicurati, per riguardo agli occhi ed al resto del corpo. Questi dileggiatori li vedrai ben presto rattratti dal male chiamar te felice, rimproverando a se stessi l’ignavia.

IX. Diceva che si dovea filosofare finchè i capitani paressero asinai. — Soli chiamava coloro che sta-