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i suoi beni a pascolo, e se aveva danaro, a gettarlo. E dice poi che fu della casa di Crate sotto Alessandro, come di quella di Ipparchia sotto Filippo; e che spesse volte col suo bastone scacciò alcuni parenti che gli s’accostavano, e lo dissuadevano del suo proposito, ma ch’egli era fermo.

V. Narra Demetrio magnesio ch’ei pose il suo danaro in deposito presso un certo banchiere, a patto, che se i suoi figli erano idioti, si desse a quelli; se filosofi, si distribuisse al popolo, poichè non avrebbero abbisognato di nulla, coltivando la filosofia. — Racconta Eratostene, che natogli da Ipparchia, della quale parleremo, un figliuolo, per nome Pasicle, quando fu uscito di pubertà lo condusse in camera di una fanticella, e gli disse che queste erano per lui le nozze paterne; che tragiche erano quelle degli adulteri, i quali hanno per premio esilii e morti; comiche quelle di chi frequenta le cortigiane, producendosi la pazzia dalle libidini e dall’ubbriachezza.

VI. Fu suo fratello Pasicle discepolo di Euclide.

VII. Favorino nel secondo dei Memorabili riferisce un suo tratto grazioso. Narra, che pregando di qualche cosa il ginnasiarca, gli toccava le cosce, e che inquietandosene quello, gli disse: E che? non sono tue anche queste come le ginocchia? — Diceva essere impossibile trovare uno senza difetto, al pari delle melagrane, che hanno qualche grano marcio. — Nicodromo, il suonatore di cetra, da lui provocato gli percosse la faccia; applicatosi un pezzo di cerotto alla fronte, vi scrisse sopra Nicodromo faceva. — Ingiuriava a bella posta le prostitute per esercitarsi con loro a tollerare le ingiurie. — Rin-