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428 | annotazioni. |
cano la cosa. La definizione pareva ad essi superficiale, essendo sufficiente lo starsene all’impressione sensibile che ha prodotta l’idea. Non trovando la verità delle opinioni che nel legame delle sensazioni, è evidente che Epicuro può negare il principio di contraddizione; poichè non puossi negare che sensazioni opposte e contraddittorie possono essere riunite. Ammette egli bensì certa somiglianza fra le sensazioni e le cose; ma oltre che questa somiglianza non può essere nè determinata nè dimostrata, e’ non è nelle sensazioni che s’ha da cercare la verità del pensiero e della parola. Ella si opera per mezzo delle rappresentazioni generali, per mezzo delle parole e delle loro associazioni. Sia ciò che può essere detto ([testo greco]), ciò che la parola e la rappresentazione generale esprimono non è nulla per confessione di Epicuro. Nel che si volle conchiudere con qualche ragione, che gli Epicurei non facevano della verità che un affare di parole, ec. (p. 37).“ — Ritter.
XX. Criteri della verità i sensi ec. — Il movimento dell’anima risulta da certe emanazioni dei corpi esterni e dalla loro infiltrazione nel nostro col mezzo dei sensi. Essa è la dottrina di Democrito sulle immagini corporee, o idoli, che eccitano la nostra sensazione. Epicuro non allargò questa dottrina che in alcuni punti accessorj, per esempio, nel come la sensazione segue l’emanazione corporea dopo un istante insensibile (p. 47 , ec.), poichè, secondo lui, le immagini corporee sono estremamente, sottili e delicate di modo che esse penetrano colla più grande velocità pei pori dei corpi. Quanto alla possibilità di sentire delle immagini estremamente sottili, pare che Epicuro la spiegasse supponendo che per fare una più grande impressione queste immagini si riunissero in forma di composto col mezzo degli organi dei sensi (p. 48). Si può anche indicare una differenza tra le rappresentazioni dell’immaginazione e le