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424 | annotazioni. |
Visconti, è giunto alla posterità con quello del suo maestro. Il ritratto che diamo in intaglio è tratto dall’erme bicipite del museo parigino. „Quest’erme appartenne senza dubbio a’ monumenti icadici, o feste epicuree del venti di ciascun mese. Altr’erme bicipite adatto simile possiede il museo capitolino. — Le opere di Metrodoro sono tutte perite.“ — Visconti.
XIII. Ermarco suo successore. — II ritratto di Ermarco si rinvenne presso Ercolano nella suaccennata casa. Il nome di Ermarco fu sostituito a quello errato di Ermaco, dal Visconti, mercè il busto da cui è tolta l’effigie che noi riproduciamo, e mercè un manoscritto papiraceo dello stesso Ercolano, ed un’altra epigrafe. — Ermarco, dice Visconti, prestò ai fasti della filosofia un nobilissimo esempio della più costante amicizia.
XVII. Scrisse di mollissime cose. — Nel numero degli scritti, dice Ritter, non fu sorpassato che dal solo Crisippo, ed egli stesso contribuì alla perdita delle sue grandi opere, riducendo la propria filosofia ad estratti per comodo de’ suoi seguaci. Diogene ci serbò questi estratti, nè v’è ragione di dubitare della loro autenticità, siccome fanno Harles e Balde. Delle sue grandi opere non si hanno che frammenti, dei quali alcuno si trovò ad Ercolano. Sono frammenti della sua fisica, ma di poca entità, e si pubblicarono stampati ne’ volumi ercolanensi ed a Lipsia per cura dell’Orelli.
XIX. La divide in tre. - L’epicureismo è l’ultimo svolgimento del sensismo greco; la filosofia di Kapila vinta in estensione e in chiarezza. Lo scopo della filosofia di Epicuro si rileva dalla definizione ch’e’ ne dà, e che è riportata da Sesto Empirico: Epicuro diceva essere la filosofia un’attività che per mezzo di idee e di prove procaccia una vita felice. Le dottrine di Piatone aveano mestieri di troppo esaltamento, quelle di Aristotele di troppo sapere, perchè a tutti potessero convenire; Epicuro ne presentò di facili e comode, che non esigeva-