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408 epicuro.

dimenti, come credono certi ignoranti che sono d’altro avviso o la intendono malamente, ma l’avere il corpo senza dolori, e senza inquietudini lo spirito. Poichè non le beverie ed i continui stravizzi, non i godimenti dei fanciulli e delle donne, non que’ dei pesci e di quant’altre cose offre una mensa suntuosa, producono una vita lieta, ma la sobria ragione, che le cagioni discopre di tutto ciò che dobbiamo eleggere o fuggire, e che allontana le opinioni, donde le anime per lo più traggono il loro turbamento. Di tutte queste cose la prudenza è principio ed il massimo bene: il perchè più preziosa della filosofìa è la prudenza, da cui nascono tutte l’altre virtù, che insegnano come non si può vivere lietamente se non si vive prudentemente, onestamente e giustamente, nè vivere prudentemente, onestamente e giustamente se non si vive lietamente; poichè le virtù sono nate insieme col lieto vivere, e il vivere lietamente è inseparabile da queste. Dopo ciò stimerai che taluno sia migliore di colui il quale e una giusta opinione ha degli dei, e del continuo non teme la morte, e sommette alla ragione il fine della natura, e l’estremo dei beni giudica facile a compiersi e facile ad acquistarsi, e quello dei mali breve o per durata o per travagli, e la necessità, che padrona di tutto spacciano alcuni, proclama derivare parte dalla fortuna, parte di noi, perchè vede non essere la necessità soggetta a nessuno, e instabile la fortuna, e qpel che dipende da noi non padroneggiato da nulla, al che naturalmente seguitare anche il biasimo e il suo contrario? Perciò era meglio seguire la favola