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364 epicuro.

Crisippo , secondo Carneade, che il chiama parassita dei libri di Epicuro, era nel molto scrivere emulatore di costui. Poichè se qualche cosa scriveva Epicuro, Crisippo faceva a gara di scrivere altrettanto. E però di frequente ancora scrisse le stesse cose; e come gli venivano in capo, e scorrette le mise fuori per la fretta; e le citazioni sono tante, che solamente di esse sono pieni i suoi libri, come possiam rinvenire e presso Zenone e presso Aristotele. Le opere di Epicuro sono dunque tali e sì numerose; di cui ecco il fiore: Della natura, 37 — Degli atomi e del vuotoDell’amoreCompendio di ciò che fu scritto contro i fisiciDubbj, contro i MegariciSentenze assentiteDello eleggere e fuggireDel fineDel criterio, o Canone — CheredemoDegli deiDella santitàEgesianatteDelle vite, 4 — Dell’oprare secondo giustiziaNeocleAlla TemistaConvitoEurilocoA MetrodoroDel vedereDell’angolo nell’atomoDel tuttoDel destinoOpinioni sulle passioniA TimocratePronosticoEsortatorioDelle immaginiDella fantasiaAristobuloDella musicaDella giustizia e delle restanti virtùDei doni e della graziaPolimedeTimocrate, 3 — Metrodoro, 5 — Antidoro, 2 — Opinioni intorno i venti australiA MitreCallistolaDel regnoAnassimeneLettere.

XVIII. Ed io, se credesi, tenterò disporre l’epitome di quelle producendo tre sue lettere, nelle quali la sua filosofia sta tutta in iscorcio. E addurrò anche i principali suoi dommi e s’altro parrà da riferire degno