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358 epicuro.

  Uomini , voi vi travagliate al peggio,
     E per mal sazia avidità principio
     Date a liti ed a guerre. Di natura
     La ricchezza s’arretra a certi suoi
     Confini angusti; ma i giudizii vani
     Corron viaggia infinito.Il saggio figlio
     Di Neocle udiva questo, o dalle Muse,
     Oppur dai sacri tripodi di Delfo.


Ma procedendo il vedremo anche piò e dai dommi e dalle parole di lui.

VII. Tra gli antichi, dice Diocle, assentiva particolarmente ad Anassagora, sebbene confutandolo in alcune cose, e ad Archelao maestro di Socrate; e, dice, esercitava gli scolari a tenere a memoria i suoi scritti. — Narra Apollodoro, nelle Cronache, ch’ei fu discepolo di Lisifane e di Prassifane; per altro ei nol dice, anzi nella epistola ad Euridico afferma di essere discepolo di se stesso; e che nè esso, nè Ermarco dissero che vi fosse un Leucippo filosofo, il quale, scrive tra gli altri Apollodoro l’epicureo, fu maestro di Democrito. Ma Demetrio magnete afferma ch’egli udì Senofane.

VIII. Usava, secondo le cose, di una dizione propria, la quale, perchè volgarissima, biasima Aristofane il grammatico; Era poi di tanta chiarezza, che, nel libro Della rettorica, stima null’altra cosa doversi cercare fuor la chiarezza. — E usava, nelle lettere, invece di godere, [testo greco], star bene, [testo greco], e ottimo è vivere onestamente. — Alcuni raccontano pella vita di Epicuro aver egli scritto il Canone traendolo dal Tripode di Nausifane, del quale vogliono fosse uditore, ed anche di Pamfilo il platonico, in Samo.