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346 annotazioni

entrambi i modi egli avrebbe dovuto ricevere il premio, o della vittoria propria, o di quella dello scolaro, a cui aveva insegnato vincere.


CAPO XI.


Pirrone.


II. Ebbe a conversare co’ ginnosofisti. — Secondo Strabono e Megastene una setta braminica avrebbe professato lo scetticismo.

III. Non abbadando a nulla ec. — Farebbe mal giudizio dello scetticismo di Pirrone chi, fondato su questi aneddoti puerili, se lo rappresentasse ridotto per le proprie opinioni all’impotenza di agire.

IV. Portalampadi. — [testo greco]. Erano così chiamati coloro che portavano i lumi nelle cerimonie religiose, e particolarmente que’ giovani, che, nella festa di Prometeo, collocati a distanze eguali l’uno dall’altro, dal tempio sino alla città d’Atene, si trasmettevano correndo una lampada accesa all’altare del nume, rimanendo perdente quello nelle cui mani spegnetesi. Non unico avanzo di antichi riti dura tuttavia in Roma la festa così chiamata dei moccoli.

V. Gli Ateniesi onorarono Pirrone della cittadinanza. — Bayle nega il fatto pel motivo che se ne adduce; ma ben altrimenti Pirrone potea aver meritato la cittadinanza d’Atene che coll’uccisione di quel tiranno.

VI. Facendo osservare un porcelletto che mangiava ec. — A proposito di questo porcelletto, che presso a naufragare tranquillamente mangiava, uno spiritoso francese chiamò la filosofia pirronica l’epicureismo della ragione.

VII. Separato dagli uomini ec. — Menagio osserva che