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annotazioni 337

preso qualche vantaggio, e così di seguito in infinito. Non si comprende come questo, filosofo, che, in tutti i suoi discorsi, sosteneva la divisibilità infinita dello spazio, non abbia posto mente alla divisibilità infinita del tempo; ed è, per altro, sull’ommissione di questa divisibilità infinita che posa l’artificio di questo ragionamento, ec. ec.“ — Ritter. — Quest’argomento di nessun valore non fu diretto che contro i partigiani esclusivi dell’empirismo. Esso non meritava altra risposta che quella del cinico Diogene.

VIII. Credette che vi fossero mondi ec. — „Diogene trasforma Zenone in un fisico! Fisico il nemico del moto, del tempo, dello spazio, dell’esistenza visibile ec. — Ecco l’enigma: Parmenide, nella sua opera sulla natura, che dicono avesse due parti, l’una tutta metafisica e idealistica, l’altra in cui trattava del mondo dell’opinione, dei sensi, usò persino il linguaggio mitologico de’ tempi suoi. Quivi forse colle favole, prese come illusioni dell’immaginazione, si serbavano gli avanzi della fisica ionica di Senofane ec. — Vi si trattava del mondo come di un’opinione, di un fenomeno senza realtà e per sì fatta condiscendenza anche Zenone occupavasi di fisica. Così è da intendere il passo di Laerzio, fuor del quale nessun autore parla della fisica, che Parmenide avea relegata fra’ pregi udizj volgari. — Zenone trovò la scuola di Elea fondata e compita; non gli restò che diffonderla e combattere per lei. Può dirsi che Senofane ne fosse il fondatore; Parmenide il legislatore; Zenone il soldato, l’eroe, il martire. — Parmenide aveva detto, continuando Senofane, che tutto è uno, che l’unità sola esiste. Zenone invece di difendere il maestro assalì gli avversarj, e stabilì la dottrina dell’unità assoluta. Il suo scetticismo, la sua pretesa nichilità, e massime la sua polemica contro il moto, furono mal compresi, e il suo carattere semplice e grande sfuggì a tutti i critici. — Bayle, secondo il