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330 | annotazioni |
che persuade ai Fülleborn ed al Cousin aver Senofane, come Omero ed Esiodo, campato la vita col mestiere di rapsodo, e null’altro significare il motto non doversi trattare co’ tiranni ec., se non ch’egli andò a cantare i suoi versi alle corti di Sicilia.
Quattro essere gli elementi delle cose. — La fisica di Senofane non è conosciuta che per testimoni assai posteriori, cui poco o nulla erano non gli scritti del filosofo. Quindi da due suoi versi si dedusse ch’ei considerava l’acqua e la terra come i principi della natura; da un altro verso che la terra come principio unico dei fenomeni; in fine (con Diogene) ai disse ancora ch’egli ammetteva quattro elementi, e certo i quattro ordinariamente conosciuti. E Ritter ha per verisimile che Senofane ammettesse quattro principj, primitivi di tutti i fenomeni della natura; massime paragonando le costui dottrine a quelle degli altri Eleati, nessuno dei quali, in fisica, partì da un unico principio primitivo, ma tutti riconobbero o quattro o due elementi, tra cui trovarono una certa opposizione ec.
Essere in molte cose inferiore alla mente. — [testo greco]. Frase assai controversa. Cousin rifiuta l’interpretazione tutta, pitagorica di Rossi e di Brandis, e senza cangiare con Menagio [testo greco] in [testo greco], vi scorge con Casaubono l’intervento di Senofane nella quistione della pluralità e dell’unità, o dell’intelligenza. Però traduce: ogni pluralità essere inferiore all’intelligenza. — Secondo Ritter non altro significale non che: La pluralità delle cose è sommessa alla ragione. — Item animam spiritum: vero etiam multo inferiorem mente esse. — Huebn.
IV. Aver egli sepolto colle proprie mani i suoi figli. — Bruckero crede che lo facesse per povertà, ma Casaubono per prova d’animo forte e come pratica pitagorica; e parmi a ragione.