altro ente fuori di dio, dio essendo la totale esistenza. — Secondo un suo domma, dio non è nè in movimento, nè in riposo; perchè ciò ch’è in riposo è il nulla, il quale a niente appartiene, e non ha cosa che gli appartenga; ma ciò che si muove è più che unità; è pluralità, poichè qui una cosa appartiene ad un’altra. — Egli insegna che dio non è nè infinito, nè finito, poichè l’infinito non è che la non esistenza; non avendo nè principio, nè mezzo, nè fine; e il finito è l’uno per rapporto all’altro; carattere della moltiplicità delle cose. Lo che s’accorda anche colla sua dottrina, che dio non ha parti; ma è assolutamente simile a sè stesso, da che se avesse parti, vicendevolmente si dominerebbero; la qual cosa è impossibile, perchè dio, secondo il concetto necessarlo che ne facciamo, domina assolutamente. Questo ragionamento suppone l’accordo universale di tutto ciò che è. — Dal non aver parli conchiudeva essere dio assolutamente eguale a sè stesso; e riferendo questo attributo all’esistenza intellettuale di dio, insegnava che dio, o il tutto, è assolutamente ragione e conoscenza; e collegando la potenza divina alla ragione, diceva dell’onnipotente, che senza conoscere la fatica dirigeva tutto con una profonda sapienza, Ma l’attività razionale di dio non differisce dall’impressione sensibile; poichè l’essenza universale di dio penetra tanto per la vista e l’udito, quanto pel pensiero razionale puro. — L’unità perfetta di dio e’ non applicava soltanto all’esistenza intellettuale, ma sì ancora al mondo corporeo, al cielo. Egli trovava un’immagine di questa perfetta eguaglianza nella sfera, e per questa ragione diceva che dio è una sfera impassibile; la qual cosa s’accorda coll’idea dell’unità, del non limitato e del limitalo; limitando sè stessa la sfera ec. — La fisica di Senofane, ancora assai grossolana, offre poco interesse al filosofo. Conseguenza del suo principio è l’opinione che tutto ciò che nasce è passeggiero, che la terra e