Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
295 |
CAPO XI.
Pirrone.
I. Pirrone eleate, secondo che narra anche Diocle, era figlio di Plistarco.
II. Al dire di Apollodoro, nelle Cronache, fu da prima pittore e udì, come, afferma Alessandro, nelle Successioni, Brisone di Stilpone, poscia accompagnò per tutto Anassarco, così che ebbe a conversare co’ ginnosofisti nell’India, e co’ magi.
III. Sembra che per questa ragione egli abbia sì valorosamente filosofato, introducendo quella specie d’impossibilità di comprendere e sospensione di giudizio, di cui parla Ascanio abderita; poichè nulla essere stimava nè bello, nè turpe, nè giusto, nè ingiusto; e parimente in ogni cosa nulla esistere di vero; ma tutto farsi dagli uomini a norma di legge o di costume; nè ciascuna essere piuttosto così, che così. Conseguente ne era anche la vita, nulla esso evitando, non abbadando a niente, affrontando tutto, carri, se vi s’abbatteva, precipizi e cani od altro di simile, non fidando per nulla ne’ sensi. Per altro, scrive Antigono caristio, ne lo preservavano i famigliari dai quali era seguito; ed Enesidemo afferma aver esso bensì filosofato colla dottrina del sospendere l’assenso, ma non avere per certo, senza preveggenza, fatto ogni cosa, se oltre i novant’anni campò.