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16 | capo ii |
za? — Invitato a cena, rispose di non volervi andare, perchè da ultimo non gliene fu saputo grado. — Calpestava la neve a piedi ignudi, e faceva tutte l’altre cose che si sono raccontate di sopra. Si provò anche a mangiar cruda la carne, ma non potè digerirla. — Sorprese una volta Demostene l’oratore che pranzava all’osteria, e ritirandosi costui in dentro: Tanto più, dissegli, sarai nell’osteria. — E un giorno volendo alcuni forestieri veder Demostene, steso il dito medio: Eccovi, disse, il demagogo degli Ateniesi. — Volendo ammonir uno che gettava via del pane e si vergognava raccorlo, legatogli al collo un vaso di terra cotta, lo strascinava pel Ceramico. — Diceva imitare i maestri dei cori, poichè essi pure danno un tuono alto, onde gli altri tocchino il tuono conveniente. — Diceva la maggior parte degli uomini di un dito vicini ad impazzare; imperciocchè se uno passasse col medio proteso, lo si stimerebbe matto, se coll’indice, no. — Affermava le cose di sommo pregio vendersi per nulla, e al contrario quelle di nessuno, poichè una statua valeva tre mila dramme, e un chenice di farina due monete di rame. — Al suo compratore Seniade: Or su, disse, vediamo come tu faccia quello che ti verrà comandato; ed egli rispondendogli:
In su le fonti corrono dei fiumi.
Se tu avessi, riprese, comperato un medico, essendo infermo, non l’ubbidiresti, ma gli diresti:
In su le fonti corrono dei fiumi?