Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/275

256 annotazioni

sione, e quest’emersione essere cagionata da quello. — „Questi precipizi, queste rupi elevale e questi scoglj che noi reggiamo, Empedocle stima essere sollevati e sostenuti dal fuoco ch’è nel profondo della terra.“

XIII. I suoi libri intorno la natura. — I tre libri della natura erano la celebratissima delle sue opere, dalla quale sono tratti i principali frammenti che noi possediamo, e che sono forse la più veneranda reliquia dell’antichità. — Il libro intitolato Purificazioni insegnava come la mente umana potesse, purificandosi, congiugnersi degnamente colla divinità. Pare al Ritter che questo libro non sia che una parte dell’altro sulla natura. Queste opere, in forma epica, erano imitazioni dei poemi didattici di Parmenide. Gli antichi vantano l’energia dei versi di Empedocle. — Del trattato medico non rimane vestigio, nè sicura è l’asserzione di Laerzio che fosse in versi, da che, secondo Suida, era in prosa. Anche il poema sulla sfera, che taluno gli attribuì, reputasi d’incerto autore. — Scinà, Vita e fram. di Empedocle, da cui traggo alcune notizie, radunò ed illustrò 393 versi di Empedocle. Sturz (Emped., Agrig., Lips., 1805) ne pubblicò con dotti commenti e correzioni 426. Anche Am. Peyron stampò a Lipsia nel 1810 Empedoclis et Parmenidis fragmenta. ex cod. bibl. taurinensis.


CAPO III.


Epicarmo.


II. A molti commentarj fece gli acrostici. — [testo greco] si traduce da altri brevi versi, da altri annotazioncelle.