Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/261

242 annotazioni

e l’unità, quantunque principio attivo, è immobile, il sole è immobile. Le leggi dei movimenti dei dieci grandi corpi intorno al sole costituiscono la musica delle sfere; e il mondo intero è un tutto disposto armonicamente ([testo greco]). — L’anima, secondo i Pitagorici, è un numero che si muove da sè. L’anima, in quanto numero, ha per radice l’unità, cioè dio. Dio, come unità, è la perfezione. L’imperfezione consiste nell’allontanarsi dall’unità; è un perfezionamento lo andar sempre dall’imperfezione al tipo della perfezione, cioè a dire dalla varietà all’unità. Il bene è dunque l’unità, il male la diversità; il ritorno al bene è il ritorno all’unità ([testo greco]). Per conseguenza la regola di ogni morale è la somiglianza dell’uomo con dio ([testo greco]), cioè a dire il ritorno del numero alla sua radice, all’unità; e la virtù è un’armonia ([testo greco]). Quindi la politica pitagorica è fondata sopra una relazione di eguaglianza che dà come principio sociale la legge del taglione; e la giustizia è un numero quadrato ([testo greco]). — Forse è gloria di questa scuola l’avere introdotto la morale nella politica, ma le fa torto l’aver voluto ridurre la politica alla morale, e l’avere convertito, per tal mezzo, la città in una specie di cenobio. Si accusò la politica pitagorica di avere assai inclinato all’aristocrazia. Fosse pur tutta morale, essa non cessava di essere un’aristocrazia, e tanto più da temersi, in quanto che pesava sulle umane creature con tutta la gravezza dell’idea sacrosanta della virtù.“ — Cousin.

XIX. Dai numeri i punti ec. — „I Latini confusero punto e momento, e per l’una e per l’altra voce intesero una stessa cosa, e cosa indivisibile; per momento propriamente s’intese cosa che muove. Pitagora disse le cose constar di numeri: i numeri si risolvono ultimamente nell’unità; ma l’uno e l’altro punto sono indivisibili e pure fanno il di-