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empedocle 217

     Salvete! io quasi incorruttibil dio
     E non mortal, spesso con voi converso.

E ciò che segue. E quando recatasi in Olimpia era stimato degno della più grande osservazione, per modo che di nessun altro si facea tanto discorso ne’ crocchi quanto di Empedocle.

X. Finalmente essendo frequentato dagli Agrigentini, i nipoti de’ suoi nemici si opposero che tornasse; onde recatosi nel Peloponneso, ivi morì. — E Timone neppur questo lasciò da un canto; ma di lui tocca dicendo:

     Empedocle soave facitore
     Di parole da piazza: tanti prese,
     Quanti potè, principii, i quali poi
     Pose, principii difettosi, agli altri.


XI. Intorno alla sua morte è vario il discorso. Poichè Eraclide, che racconta le cose riguardanti l’Esanimata, scrive, che Empedocle, acquistata gloria coll’aver rimandata viva la donna morta, fece un sagrificio presso il campo di Pisianatte convocandovi alcuni tra’ suoi amici, fra’ quali Pausania; che dopo finito il banchetto, gli altri si separarono per riposarsi, parte sotto gli alberi che sono presso del campo, parte dov’ebbero in grado, ma ch’egli rimase sul luogo nel quale si era sdrajato; che fattosi giorno, sorsero, ed egli solo non fu trovato; che cercatone e chiestone a’ servi, e rispondendo essi di non averlo veduto, un tale raccontò che di mezza notte aveva udito una voce smisurata che chiamava Empedocle,