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202 | capo primo |
Circa all’essere egli stato un’altra volta un altro, fa testimonianza Senofane in un’elegia che incomincia:
Or verrò ad altro e mostrerò la via.
Ciò che dice di lui sta così:
Narrano che una volta un passeggiero
Un cuccio maltrattando, e’ n’abbia messo
Compassionevol lagno, e sì dicesse:
Cessa, no’l bastonar, chè un amico,
Nell’udirlo gridar, l’alma conobbi.
Così Senofane. — Anche Cratino lo morde, nella Pitagorizzante; ed eziandio, ne’ Tarentini, dice in questo modo:
Han per uso costor, se un ignorante
Mai da prender ci capita, di fare
Prova quant’abbia forza il suo discorso;
Di vessarlo, imbrogliarlo colle loro
Conchiusioni, obbiezioni, paragoni,
Grandezze, errori, pieni di buon senso.
E Mnesarco, nell’Alcmeone:
Come i Pitagorei sagrifichiamo
Ad Apolline, affatto non mangiando
Cosa animata.
Aristofane, nella Pitagorista: